Seduta sul
uno coglio, la ragazza guardava il mare. Il mare era la sua passione.
Lo osservava in silenzio con la mente assorta in mille pensieri. Vi
era nata sul mare. Staccarsi da lui era sempre una pena oltre che un
tormento che durava fino a che non vi ritornava. Senza il mare la sua
vita era senza colore.
Quel giorno
il sole era velato e le onde si infrangevano sugli scogli leggermente
increspate dal vento.
Era seduta
abbracciando le ginocchia sulle quali appoggiava il mento, incurante
dei passanti che la osservavano.
Quando
guardava il mare il mondo le si chiudeva intorno. C'erano solo lei e
il mare. Nemmeno il vento che le scompigliava i capelli esisteva.
Le immagini
correvano nella veloci nella sua mente, specialmente quando nel suo
animo si agitavano inquieti fantasmi.
Chiuse gli
occhi e si ritrovò in un prato mentre dormiva sull'erba circondata
dal colore rosso dei papaveri. Mosso dal vento uno di essi le sfiorò
il viso con i petali e il ricordo di mille carezze le venne alla
mente.
Distese le
braccia come se in quel mare d'erba si potesse nuotare e con i palmi
delle mani accarezzò la superficie di quel nuovo mare verde.
Sentì i
petali dei papaveri sotto le dita, i loro gambi rugosi, e assaporò
il fresco profumo dell'erba che risaliva fino alla sua pelle.
Aprì gli
occhi e rivide il mare davanti a sé, che lentamente riprendeva il
suo colore naturale, il suo solito colore.
Una ciocca
dei suoi lunghi capelli lisci le lambì il viso mossa dal vento, lei
la scostò con un gesto antico e involontario.
Spostò lo
sguardo sullo scoglio e vide una formica. Trascinava un chicco di
grano capitato lì da chissà dove.
La formica
si sforzava di spingerlo in ogni modo verso il formicaio, ma malgrado
i suoi sforzi il chicco rimaneva pressappoco dov'era sempre stato.
"Ecco -
pensò - più cerca di muovere il chicco più il chicco resta fermo,
finirà con perdere le forze e se ne andrà… "
Altre
formiche si muovevano tutte intorno, e tutte indaffaratissime, veloci
e rapide nel compiere il loro lavoro. Ne osservò un'altra che
portava una piccola briciola, correre veloce e sicura, e in un attimo
scomparve nel formicaio.
Prese a
parlare alla formica che invano trascinava il suo chicco.
"Piccola
formica - disse - desisti dal tuo sforzo, non ce la farai mai, non lo
vedi che è troppo grosso per te?"
Ma la
formica non si dava per vinta, girò intorno al chicco e infine parve
arrendersi. Si fermò un istante e poi se ne andò rapida per la sua
strada.
"Ecco,
hai visto, è troppo grande quel chicco" disse.
Subito dopo
ne arrivò un'altra. Ispezionò il chicco e sembrò compiaciuta di
aver trovato un chicco tanto grande.
"Formichina,
formichina, desisti - disse - ci ha già provato la tua amica, non
puoi muovere quel chicco è troppo grande per te.."
Ma la
formica non si perse d'animo, fece un ultimo giro per ispezionarlo e
andò verso un'altra formica che passava a poca distanza e insieme
ritornarono al chicco iniziando a spingerlo verso il formicaio.
La ragazza
rimase a guardare fino a quando non fu del tutto scomparso, e si
soffermò a pensare. Poi si alzò, guardò il mare per un'ultima
volta e tornò verso casa.
"Formiche
- pensò - formiche..."
Nessun commento:
Posta un commento